-Quale oggetto o situazione vissuta rappresenta per te questa esperienza? Perchè?
L’esperienza del diorama vivente è stato l’evento che mi ha lasciato più il segno durante il trekking, prima di tutto ho scoperto le storie vere dei soldati e dei partigiani che hanno combattuto sulla linea Gotica. Poi la partecipazione attiva ed emozionale ai fatti mi ha chiarito la complessità della guerra, anche attraverso le domande che noi abbiamo rivolto agli attori. Nel primo incontro con gli americani e il partigiano ho imparato che avevano un rapporto di diffidenza reciproca, infatti gli anglo-americani avevano fornito le armi soltanto alle formazioni che non erano esplicitamente a favore del comunismo. Invece l’incontro con gli occupanti tedeschi mi ha fatto cambiare in parte la mia opinione nei loro confronti perchè erano persone come tutti noi che però avevano un visione del mondo traviata per via dell’indottrinamento del regime nazista.
-Crea una frase che rappresenti simbolicamente l’esperienza vissuta.
“Camminare per mantenere vivo il ricordo della Resistenza.”
-Scrivi una breve lettera a chi ha vissuto quel tempo
Caro partigiano,
Assieme ad altri compagni stai combattendo sugli Appennini per la liberazione d’Italia dall’occupazione tedesca. Hai scelto la strada più difficile per rimanere fedele ai tuoi ideali e combattere contro l’esercito nazi-fascista. Credo che il tuo supporto sul fronte della linea Gotica sia fondamentale da un punto di vista logistico-militare e anche come sostegno morale per la popolazione oppressa che vede in voi la speranza della liberazione. Auspicando che la guerra possa finire nel miglior modo e nel più breve tempo possibile, spero che si possa realizzare il tuo sogno di costruire una società basata sulla centralità della persona, dove tutti possono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità. Un in bocca al lupo in attesa che tutto finisca per il meglio,
Lorenzo
Lettera ad un Partigiano
Caro partigiano,
Durante il mio viaggio ti immaginavo spesso e pensavo a come sarebbe stato parlarti, conoscerti e dirti quello che accade oggi, chiederti consiglio. Ti scrivo questa lettera, perché i nostri pomeriggi si sono fatti più grigi che mai. La democrazia che non hai potuto vedere sorgere si è ammalata. Oggi le vite dei cittadini vengono coperte dall’ombra dell’ignoranza e della servitù. La corruzione e l’avidità hanno convinto gli uomini che fosse molto più semplice dare il peggio di sé. Per evitare confronti con un passato che non avrebbe mai dato loro ragione, questi uomini si sono permessi di cercare in ogni modo di cancellarlo. Di far finta che tu, mio caro partigiano, non fossi morto. Che non fossi mai stato niente. Per la maggior parte di noi, sembra che sia divenuto inutile ricordare i tempi perduti. In troppi credono che basti pensarci poco e niente. Credo che tutti soffriamo il confronto con te: non ne saremmo capaci oggi, di rischiare e perdere la vita per qualcosa. Siamo, pressappoco, morti anche noi, ma morti di noia e di niente. Se pure ci venisse in mente un modo per salvare il nostro vivere, non sapremmo coglierlo. Molti di noi, anche troppi, sanno solamente studiare, perché non ci hanno insegnato nient’altro. Io spero solo di avere il coraggio di affrontare questa vita come tu hai avuto il coraggio di affrontare la morte.
[Per scrivere questa lettera ho preso spunto da una lettera già esistente, molto più lunga e profonda, reperibile su Internet. Ho comunque rielaborato il testo rendendolo più corto e semplice]
Frase simbolica
“Tra le boscose colline, un gruppo di persone camminava a passo lento per ripercorrere i passi infiti di una guerra senza tempo.”
Oggetto simbolico
L’oggetto che rappresenta questa mia esperienza è l’albero, perchè gli alberi di quelle zone sono stati gli spettatori del conflitto tra gli Alleati( e partigiani) e i tedeschi. Venivano usati come nascondigli ed erano anche essenziali per alimentare quel fuoco tanto necessario in quegli inverni rigidi.
Ernest
-Quale oggetto o situazione vissuta rappresenta per te questa esperienza? Perché?
Per me la situazione che meglio rappresenta ciò che abbiamo vissuto durante il cammino è stato il diorama vivente di un partigiano, di una pattuglia alleata e di una tedesca in quanto è stata una rappresentazione molto chiara ed efficace di ciò che è realmente accaduto ai tempi della guerra e anche il vestiario era uguale a quello originale. Inoltre è stata molto utile per capire i punti di vista di chi realmente si trovava nei panni dei soldati e dei partigiani.
– Frase
“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.”
(Piero Calamandrei)
– Lettera ai cittadini odierni
Carissimi,
Quest’anno si festeggia il 70° anniversario della Liberazione, ma forse solo in pochi sanno cosa significhi davvero, quindi dirò cos’è il 25 aprile per me.
Per me il 25 aprile è la data che segna l’inizio della democrazia, della libertà. Un patrimonio che ci è stato lasciato dai nostri predecessori affinché potessimo essere noi stessi persone capaci di decidere, persone con spirito critico.
È la data in cui l’uomo ha avuto la possibilità di essere protagonista della propria vita e del proprio futuro. Di vivere in un mondo di pace e di serenità.
È la data che segna la possibilità di esprimerci, di dire ciò che pensiamo senza il timore di essere condannati per ciò che votiamo, per ciò in cui crediamo.
È la data che segna la svolta del mio e del nostro Paese.
È la data emblema della riscossa degli antifascisti contro gli oppressori.
È la data che segna il momento massimo di unità nazionale, dopo anni in cui l’Italia era sottoposta a continue guerre e conflitti civili.
È la data in cui le donne hanno finalmente ottenuto un maggiore riconoscimento per la loro rischiosissima lotta.
È la data sulla quale si fonda la nostra Costituzione, in quanto questa ha inglobato e interpretato la ribellione dall’oppressore.
È la data che, insieme ad altre, ci rende orgogliosi di essere italiani. Coraggiosi, combattivi e saggi. Noi giovani dobbiamo coltivare questi diritti, dobbiamo fare in modo che il 25 aprile lo sia tutti i giorni della nostra vita.
Beatrice
-Quale oggetto o situazione vissuta rappresenta per te questa esperienza? Perchè?
Se dovessi pensare ad un’immagine o a qualche particolare che mi è rimasto più impresso di questa esperienza, sicuramente racconterei dei bambini che, mentre stavamo camminando tutti affaticati e con lo zaino pesante sulle spalle, ci salutavano con quelle piccole manine, ed un sorriso a trentadue denti.
-Crea una frase che rappresenti simbolicamente l’esperienza vissuta.
“Ogni passo, un ricordo”. “… ma sono mille papaveri rossi”. (Fabrizio De Andrè)
-Scrivi una breve lettera a chi ha vissuto quel tempo
Cari cittadini,
Vi scrivo questa lettera per raccontarvi dell’esperienza che da poco ho avuto la possibilità di vivere. Ho percorso a piedi la famosa linea gotica, “creata” nel 1944 nel tentativo di rallentare l’avanzata dell’esercito alleato verso il nord Italia. Oltre alla fatica, questa esperienza mi ha permesso di apprendere cose nuove e di vivere con un approccio pratico ciò che ci è sempre stato insegnato con un approccio teorico, ad esempio grazie alla visione di documentari, visite ai musei ed interventi fatti da professionisti. Ho deciso di scrivervi questa lettera perché voglio rendere viva e tangente la memoria, perchè desidero che ciò che è stato vissuto 70 anni fa non rimanga cristallizzato nel passato, ma sia sempre presente anche nella vita di tutti noi. Sono moltissime le persone che hanno sofferto, e la loro voce non sempre è stata ascoltata o compresa nel passato. Oggi però quella voce si sta spegnendo , gli anni passano e le testimonianze diminuiscono ed è proprio per questo che dobbiamo trattarla con la massima cura e proteggerla con tutte le nostre forze…. …. se vogliamo rendere giustizia a tutti coloro che hanno sofferto.
Alice
– Quale oggetto o situazione vissuta rappresenta per te questa esperienza? Perchè?
Per me questa esperienza si può racchiudere tutto al momento in cui abbiamo assistito al diorama vivete perché ci siamo potuti sentire dei partigiani che venivano prima fermati dai tedeschi e poi dagli americani oltre al fatto che eravamo reduci a km di cammino: tipica situazione che i partigiani affrontavano a quel tempo.
– Crea una frase che rappresenti simbolicamente l’esperienza vissuta.
“Per non dimenticare: camminiamo verso la resistenza.”
– Scrivi una breve lettera a chi ha vissuto quel tempo
Caro Elio,
so che guardandoti intorno vedrai solo bombardamenti, distruzione e paura nei volti dei tuoi compaesani ma tu sei solo un bambino e non capisci il motivo di tutta questa crudeltà; pensi solo ad obbedire ai tuoi genitori e a metterti in salvo quando vedi arrivare un pericolo. Devi sapere che sei nel bel mezzo di una guerra, e come in tutte le guerre ci sono dei nemici che vogliono conquistare tutta l’ Italia ma non ti devi preoccupare perché c’è chi sta combattendo perche questo si interrompa la più presto; loro sono i partigiani e sono cittadini proprio come te solo che sono molto più grandi. I partigiani sanno qual è l’ Italia che vogliono vedere realizzata in futuro perciò ogni giorno lottano per ottenere tale obiettivo anche rischiando la vita; non temere però: essi non solo soli , al loro fianco ci sono gli Americani e i cittadini che gli aiutano nascondendoli oppure offrendogli un buon pasto caldo. Quindi, piccolo Elio, devi essere orgoglioso di loro e non temere perché tutto questo orrore presto finirà e saranno proprio i giusti a trionfare alla finire.
Chiara
– Quale oggetto o situazione vissuta rappresenta per te questa esperienza? Perchè?
Per me la situazione che meglio rappresenta questa bellissima esperienza è stata l’intervista a Elio Pasquali, signore sull’ottantina che da piccolo ha vissuto gli anni dell’invasione tedesca sui nostri Appennini. Ho scelto questo momento perché il nostro fine è stato quello di tener viva la memoria di tutte le vittime della guerra; e sentire raccontare da Elio una strage di civili che ha visto e vissuto fa provare fortissime emozioni.
– Crea una frase che rappresenti simbolicamente l’esperienza vissuta.
“Tanti kilometri da fare per mai dimenticare”.
– Scrivi una breve lettera ad un partigiano.
Caro partigiano,
ti scrivo per ringraziarti di tutto ciò che tu e i tuoi compagni avete fatto con grande coraggio. Se io ora posso vivere in un paese libero e democratico è anche merito tuo che hai dato la vita per contrastare l’invasione tedesca-fascista.
Ho visto diversi documentari che mostravano come vivevate e come agivate per la liberazione del nostro paese e sono rimasto davvero affascinato dal coraggio che avete avuto. Bastava che qualche soldato tedesco vi avesse scoperto in mezzo ai boschi per essere fucilati e tu, pur conoscendo questo rischio, continuavi a lottare senza aver la sicurezza di arrivare a fine giornata.
Oggi noi italiani ti ricordiamo con grande onore e per farlo ho camminato sulle stesse strade che tu percorrevi.
Ti ringrazio ancora e non dimenticherò mai te e i tuoi compagni, perché ciò che avete fatto è davvero unico e indimenticabile.
Fabio
“Camminare per non dimenticare: per ogni passo una storia”.
L’esperienza del trekking sulla linea gotica è stata per me un’occasione per visitare alcuni tra i luoghi in cui l’Italia ha vissuto parte della propria storia. Ciò che rappresenta per me quest’esperienza è senza dubbio il Museo di Iola in cui ho visto la ricostruzione delle varie stanze di una casa dell’epoca, grazie alla collezione di oggetti donati dai cittadini del posto: dai vestiti alle scarpe, dagli utensili da cucina a quelli da contadino o calzolaio. Entrare in questo museo mi ha dato la sensazione di vivere in un’altra epoca, negli anni ’40, e per un momento ho immaginato come sarebbe stata la mia vita se avessi vissuto la guerra all’età di 18 anni.
Voglio scrivere una lettera indirizzandola ad un’adolescente immaginaria del luogo che ha vissuto durante la seconda guerra mondiale, il suo nome è Lucia.
Cara Lucia,
Anche io sono un’adolescente come te, ma ciò che distingue l’una dall’altra è il fatto che tu hai vissuto in un’epoca ben diversa dalla mia, segnata dal terrore, dalla tristezza , dalla paura , dall’angoscia e dal dolore. La guerra, purtroppo, ovunque sia combattuta, porta con sé distruzione, eppure ci sono persone che tuttora la vedono come uno strumento utile alla risoluzione di conflitti. Utilizzare le armi per conquistare la pace. È assurdo vero? Essa non colpisce solo i campi di battaglia, ma anche i civili. Ne ho avuto la dimostrazione studiando la storia che tu, purtroppo, hai vissuto. Dopo che gli uomini furono mandati al fronte, tu, come tutte le altre donne e ragazze del luogo, vi siete date da fare proteggendo la famiglia e mandando avanti il Paese. Chissà … magari tuo padre, tuo fratello oppure il ragazzo che amavi sono partiti per il fronte e tu, non facevi altro che pensare a loro mandando lettere senza ricevere alcuna risposta. Anche se provassi ad immedesimarmi in te, non riuscirei mai a capire perfettamente quali sensazioni provavi. Forse anche tu andavi a scuola e i professori cercavano in ogni modo di educarti in base alle ideologie di coloro che avevano il potere. Quanto ha influito la propaganda sui tuoi pensieri? E gli ebrei? Anche tu li vedevi come una razza inferiore che contaminava il Paese e che doveva essere eliminata fisicamente? Se la tua migliore amica fosse stata di origine ebraica, avresti smesso di rivolgerle la parola o avresti fatto in modo di farla sentire una persona normale come tutte le altre? Le mie curiosità sono infinite.. Io ti immagino come una ragazza che non si è arresa mai, anche nei momenti più difficili e dolorosi. Ti immagino prestare sostegno ai partigiani offrendo loro quel poco che vi rimaneva e mettere a rischio la tua vita pur di far qualcosa per il bene della Nazione. Immagino te vivere ogni giorno con la paura dell’arrivo dei nemici e con la speranza della liberazione ad opera degli Americani. Spero che tu abbia avuto la fortuna di vivere il giorno della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, cantando e versando lacrime di gioia, alla ricerca della felicità , e ad un futuro migliore. Purtroppo, ancora oggi in molti Paesi del mondo si stanno combattendo delle guerre. Sono sempre stata dell’idea che l’uso della violenza non porti ad alcuna soluzione, tantomeno se si tratta di conquistare la pace. La guerra ormai si deve considerare un fenomeno obsoleto e inutile in quanto non fa altro che distruggere intere popolazioni tra cui bambini, donne ed anziani. Cosa diresti ai civili che oggi stanno vivendo i momenti che anche tu hai vissuto?
Sara